Museo Correr

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IL RESTAURO DELLO "STENDARDO MOROSINI"

Evento

restauro-stendardo-morosini-al-museo-correr-19-nov_novembre2016_290x260Presentazione del restauro dello Stendardo Morosini

19 novembre 2016
Venezia, Museo Correr
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Stendardo devozionale dipinto su tessuto
con stemma di Francesco Morosini (seconda metà del secolo XVII)

di Prete Vittore da Corfù
seta dipinta; cm 206 x 202 (comprese fasce non originali)

 

Il restauro è promosso
e sostenuto economicamente da

SOROPTIMIST INTERNATIONAL D’ITALIA – CLUB di VENEZIA
in occasione del  60° anniversario di fondazione del club.

Alta sorveglianza:
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per Venezia e Laguna.

Esecuzione:
Laboratorio Giordano e Anna Passarella – Padova 

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Lo stendardo

Dipinto nel XVII secolo da Prete Vittore, pervenne al Museo con l’acquisto dei cimeli Morosini già nel 1895.

Lo stendardo di foggia quadrangolare è ora composto di due teli, presumibilmente in seta, separati e dipinti su un solo lato con il medesimo soggetto invertito, in modo da poterli utilizzare insieme e affrontati al momento dell’estensione.

Negli stendardi compaiono: al centro Cristo in croce con al suo fianco la Madonna col Bambino raffigurata alla greca, il Leone alato marciano e San Marco in abiti vescovili, ai lati due file di Santi (cinque per lato) a mezzo busto tra girali dorate. In uno dei due teli, che chiameremo lato B, ai piedi della croce è riportata la firma in greco e nello stemma sono visibili tre gigli mentre nel lato A, più consunto, questi sono meno leggibili.

Sul fondo, di colore rosso, le figure sono dipinte probabilmente con colori ad olio o tempera grassa e foglia d’oro. Il retro dei teli dipinti non è foderato, ma lungo il perimetro sono visibili due fasce fermate con cuciture eseguite a mano: una ricavata da untessuto in pesante cotone cannettato di colore arancio svoltata anche sul retro, l’altra in passamaneria spinata color beige alta cm. 4,5 posta solo sul fronte a ridosso della parte dipinta.La fascia arancione sul lato superiore dei teli forma una lunga asola, atta probabilmente ad accogliere un’asta porta stendardo.

Lo stato conservativo dei due teli non è buono; nella metà del secolo scorso (1951 G. Orlandini) questi avevano subito un pesante intervento di restauro: pulitura, separazione del recto dal verso e fissaggi. Tutta la superficie tessile originale era stata incollata con un collante di natura forse animale a supporti in tela di cotone di tonalità rossa o beige. Il retro è quindi completamente coperto dal supporto di restauro che, dipinto sul fronte, funge anche da zona neutra nelle parti lacunose.

L’intervento, sicuramente non idoneo alla conservazione del tessuto, ha comunque permesso di salvare gran parte dei frammenti di tessuto, anche se questi risultano fermati in modo incongruo.

Lo stato di conservazione dei teli si presenta quindi pesantemente compromesso dal precedente intervento d’incollaggio che, oltre ad irrigidire le fibre, ha bloccato pieghe e deformazioni segnando definitivamente il tessuto. Il vecchio supporto in tela di cotone ha in parte perso la sua funzione di sostegno perché ormai poco resistente; la colla seccandosi ha lasciato liberi alcuni lembi o frammenti di tessuto che rischiano la frantumazione. Tutta la superficie è offuscata da depositi di pulviscolo atmosferico che alterano la cromia originale soprattutto nelle parti dipinte; si notano anche macchie ed aloni scuri diffusi, alcuni causati dalle vecchie colle di restauro.

Molte le parti consunte e lacunose, sia nel fondo sia nelle figure policrome, quest’ultime visibili soprattutto nel telo A. I teli sono inoltre compromessi da vecchi e grossolani rammendi, non inidonei alla conservazione.

Proposta di intervento

Visto lo stato conservativo dello stendardo, per determinare la miglior procedura d’intervento sarà fondamentale eseguire test per la possibile rimozione del vecchio supporto e del relativo collante.

Successivamente oltre alla documentazione fotografica di prassi si potranno realizzare grafici dello stato di conservazione e di confezionamento del manufatto in scala 1:1.

Tramite microaspiratore saranno asportati i depositi incoerenti dalla superficie, protetta da una rete a maglie fitte. In base ai risultati dei test precedentemente eseguiti si cercherà, se possibile, di rimuovere il precedente intervento di restauro sia a secco con l’aiuto di mezzi meccanici (spatoline, bisturi ecc.) sia con l’ausilio di vapore freddo rilasciato da un vaporizzatore ad ultrasuoni posizionando l’opera su di un tulle e un piano assorbente.

Si cercherà di rimuovere gran parte del tessuto incollato sul retro lasciandone alcuni lacerti dove la rimozione comprometterebbe troppo la conservazione della seta originale.

Con il retro ormai libero si potrà, tramite vaporizzazione o tamponamento con cotone idrofilo inumidito con acqua demineralizzata e alcool, distendere il tessuto in seta ed eseguire la pulitura vera e propria. Terminata la pulitura del retro si posizionerà un altro telo in tulle sul lato superiore che fermato a cucito con quello sottostante agevolerà l’operazione di arrotolamento e ribaltamento dell’opera. Girato e liberato dal tulle lo stendardo sarà pulito anche sul fronte; durante questa fase si dovrà posizionare in dritto filo il tessuto originale distendendone le zone grinzose o pieghettate.

Tutte le operazioni di pulitura e asciugatura potrebbero essere eseguite, se necessario, su un tavolo aspirante rivestito con materiale assorbente.

Nel frattempo saranno tinti con coloranti chimici i nuovi tessuti di rinforzo. Vista la fragilità del tessuto potrà essere efficace per la conservazione dell’opera il consolidamento a cucito eseguito con la tecnica a “sandwich“. Lo stendardo verrebbe così posizionato tra due nuovi supporti, uno posto sul retro in tela di seta o lino e uno sul fronte in crepelina di seta. In alcune parti dipinte la crepelina potrà essere ritagliata e fermata a cucito solo lungo i bordi in modo da non offuscare ed alterare troppo le tonalità originali. Le cuciture, in filo tratto da organza in seta o in filato sottile di poliestere, saranno eseguite a mano a punto filza lungo i bordi delle lacerazioni ed i perimetri.

In accordo con la Direzione lavori e la proprietà nelle parti dipinte lacunose o consunte potrà essere eseguito un ritocco con colori ad acquerello o con vernici da restauro. Se necessario sul retro dello stendardo per proteggerlo e sorreggerlo potrà essere sistemata a cucito una nuova fodera in rasatello di cotone.

Lo stendardo così restaurato potrebbe essere esposto su di un piano inclinato debitamente rivestito con imbottitura sintetica e tessuto non trattato.