Museo Correr

Museo Correr

L'AMERICA DI POLLOCK. Jackson Pollock a Venezia.

Percorso

Il percorso espositivo della mostra di Venezia, che si apre con un piccolo autoritratto giovanile, nelle prime sale mostra il momento della formazione dell’artista americano, in cui forti sono le suggestioni picassiane e surrealiste oltre che gli influssi della pittura sociale messicana. L’incontro con la futura moglie Lee Krasner nel 1942 segna l’ingresso di Pollock nell’ambiente più influente di New York, ed infatti nel 1943 espone alla famosissima galleria di Peggy Guggenheim Art of This Century. Sono gli anni più importanti, quelli dei quadri più noti dell’artista. Uno dei capolavori della mostra veneziana è il celeberrimo olio su tela dal titolo Donna luna (1942) della Collezione Peggy Guggenheim, ovvero la trasfigurazione magica ed inquietante della figura femminile che emerge da uno spazio astratto ma vitale, fantasma della natura e dell’inconscio, segno dell’origine psichica e panica della vita. Ed è proprio da questo rapporto conflittuale tra lirismo estremo e dimensione vitale che partecipiamo all’evento del colore gettato, fatto colare in cerchi irregolari che si incrociano e si sovrappongono e che danno origine alla Foresta incantata (1947). Perso il centro, sfidando il buio dell’inconscio, Pollock lascia qualsiasi riferimento figurativo e si getta sulla/nella tela che diventa un campo di forze grandioso, fatto di macchie, pezzi di vetro, sassolini, grumi di colore che comprimono lo spazio senza speranza. Tuttavia è con lo sgocciolamento che Pollock riesce a trascinare l’osservatore nel suo mondo. Il gesto della mano oscillante che anima lo spazio introduce ad una pittura che diviene pura azione, un complesso ed irrazionale muoversi nel tentativo vano di tracciare la complessità del proprio essere. La mostra si chiude con il capolavoro Figura informe (1953), ovvero una sintesi del Pollock migliore. Il dripping, la materia, la gestualità potente e creatrice, sono interrotte da chiazze irregolari di colore giallo, rosso e rosa, quasi effusioni poetiche nel magna che erompe da una psiche lacerata dalla vita.