Discendente da un’antica e nobile famiglia, Teodoro Correr nasce a Venezia nel 1750. Educato presso i Teatini, inizia presto, ma svogliatamente, il cursus honorum nella pubblica amministrazione, obbligatorio per un patrizio. Tronca con sollievo e definitivamente questa strada pronunciando gli ordini minori e vestendo l’abito di abate.
Dopo il 1797, caduta la Repubblica e costituita una Municipalità provvisoria, evita anche di impegnarvisi nei ranghi della Guardia Civica. Tutto questo per poter seguire con totale dedizione la sua unica, grande passione, il collezionismo, cui si dedicherà senza interruzione e con costanza sino alla morte, nel 1830. Allora, nelle “tre sale e circa venti camere” della sua casa si trovano “sparsi e in parte distribuiti manoscritti, stampe, quadri, libri, rami, legni, argenti, avori, sigilli, con, armi, antichità, oggetti di storia naturale e di numismatica”, come dichiarano le parole stesse del testamento.
Correr vive la sua vorace passione in un momento particolarissimo: è noto come gli ultimi anni della Repubblica di Venezia e quelli successivi delle dominazioni straniere furono singolarmente facili per il commercio antiquario, data la straordinaria e colossale disponibilità di oggetti, opere d’arte, biblioteche e collezioni in svendita. In questo contesto Correr riesce ad accumulare una quantità incredibile di materiali, con tutti i mezzi, qualche volta con pochi scrupoli, qualche volta con poca attenzione critica, spesso con mano felice e intuito fine, certo con originalità.
Spinto dalla passione e perciò lontano da una visione museologica moderna o razionalmente meditata, Teodoro comunque vive come un museo le raccolte che riempiono le sale del palazzo di famiglia a San Zan Degolà, consentendone l’accesso agli studiosi e infine destinandole, con gesto esemplare, alla città, proprio con funzioni di museo, aperto al pubblico, organizzato e finanziato, stabilendo “che la sua casa di abitazione posta in San Jacopo dall’Orio al n. 1278 vicina a S. Giovanni Decollato, ove conservasi il Museo, abbia quind’innanzi a prendere il nome di Raccolta Correr; che sia aperta a comodo del pubblico almeno due giorni per settimana dalle ore 9 della mattina alle 3 pomeridiane, e che qualunque studioso ed ammiratore possa… vedere, trascrivere e disegnare; che tre persone alle quali si assegna un decoroso stipendio, siano d’immediato servigio al Museo e cioè un Preposto, un Custode, un Portiere; che detratti i pesi alle eredità inerenti, parte del sopravanzo sia impiegato in acquisto di oggetti ad incremento del Museo; che tutta la sua facoltà mobile, immobile, azioni, ragioni, crediti abbiano a servire di patrocinio a questa sua Pubblica istituzione, ch’egli pone a tutela della Città di Venezia” (La Gazzetta di Venezia, 26 febbraio 1830).