Tintoretto alla Biennale dell’anno passato, Tintoretto ora in mostra a Roma (con 10 opere su 36 provenienti da Venezia: un saccheggio), e intorno, al solito, cataloghi, guide, libri colorati e dispendiosi. Tintoretto, protagonista anche di biografie di successo, al tempo stesso documentate e romanzate, è diventato improvvisamente di moda? E questi “eventi” segnalano la nascita di una nuova stagione di studi? O sono invece prodotti effimeri dell’uso commerciale dell’arte e della bellezza? Cosa (e quanto) resta da fare per questo straordinario pittore che reinventa i tempi e i modi della narrazione religiosa, che recupera non la lettera ma lo spirito delle fonti classiche, che scopre l’orgoglio e l’ansia nei volti dei contemporanei? Di tutto questo, e di molto altro, discutono insieme Augusto Gentili e Roland Krischel, due studiosi di diversa nazione, generazione e formazione, ma egualmente decisi ad assegnare a Jacopo Tintoretto il ruolo capitale che gli compete nella storia della cultura veneziana del Cinquecento.