Museo Correr

Museo Correr

VITTORIO ZECCHIN 1878-1947. Pittura, vetro, arti decorative

Percorso

Il percorso della mostra si snoda lungo le sale del secondo piano del Museo Correr, dedicate alle grandi mostre temporanee, in una straordinaria successione di opere che offrono una vasta panoramica del lavoro e della ricerca di questo raffinatissimo artista muranese che dal mondo della pittura si rivolse anche alle arti decorative, in particolare quella del vetro, che a lui deve un sostanziale rinnovamento.

1903-1914. L’esposizione si apre con un autoritratto giovanile che, insieme a dipinti ad olio, tra cui Gli Angeli che difendono il Paradiso (1908) e L’Idolo, illustra le prime fasi della ricerca di Zecchin nel fertile clima degli anni di Ca’ Pesaro. Questa sezione include , tra gli altri, i dipinti Verso la luce e La nascita di Venere – entrambi del 1913 – che in una sorta di tempo sospeso rimandano a suggestioni orientali, presenti e rielaborate anche nel famoso ciclo decorativo de Le Mille e una notte (1914).

Le mille e una notte. Già definito capolavoro del Liberty italiano, il ciclo, che si estende per una superficie di circa quaranta metri quadri, viene qui ricostruito per la prima volta secondo la disposizione originaria, riunendo insieme gli undici pannelli di cui si componeva, ora conservati in diverse collezioni pubbliche e private. L’opera inoltre è documentata anche dal lavoro preparatorio attraverso la successione di diversi bozzetti di studio. Su uno sfondo così prezioso si potrà apprezzare l’eleganza e la qualità del corpus vetrario disegnato da Vittorio Zecchin, a partire da quei piccoli capolavori costituiti dalle lastrine eseguite in vetro mosaico nel 1913-14 che mettono suggestivamente insieme la struttura di disegno delle composizioni ad olio o a tempera e l’effetto prezioso e trasparente del vetro policromo.

Verso gli anni ’20 – La pittura e l’arte vetraia. La mostra illustra poi come anche la successiva produzione vetraria si ponga in stretta continuità con il lavoro pittorico. Il passaggio dagli anni Dieci al decennio successivo è infatti segnato da delicatissimi e preziosi vetri con decorazione a smalto e oro ideati in questo periodo, mentre alle pareti sono collocati dipinti coevi, come Salomè (1919) e la variopinta serie dei Paesaggi Notturni e dei Boschi (1916-19).

Gli Anni ’20. In successione sono esposti altri esempi dell’attività pittorica del Nostro, ai quali vengono accostati via via arazzi di lana, ricami in seta su seta riferibili a questi anni, come i merletti, i mosaici e i pregevoli mobili in quercia decorati da uccelli o cerbiatti su sfondo a motivi floreali (1923 ca.). a documentare l’interesse e l’indagine di Zecchin verso i molteplici versanti dell’arte decorativa. Ma progressivamente è il vetro che viene assunto dall’artista come mezzo ideale per dar forma alle sue ricerche, come materia che può essere liberata da ogni orpello decorativo nel momento in cui egli si concentra non più sul colore, ma sulla forma che la linea stessa costruisce. In questo contesto possono essere collocati i delicati ed eterei soffiati disegnati a partire dal 1921 per la Cappellin Venini prima e la M.V.M. Cappellin poi, grazie ai quali la vetraria muranese s’impose nuovamente nel panorama nazionale ed internazionale, attraverso le maggiori esposizioni d’arte decorativa dell’epoca. La delicata linea che costruisce ognuno di questi lavori mostra un artista intento a ripensare e lavorare sull’andamento sinuoso, ondulato del segno che si ripete puro e che in alcuni casi disegna oggetti ispirati alla vetraria rinascimentale presente nelle tele di pittori come il Veronese, di cui è un significativo esempio l’omonimo vaso. La mostra presenta una vasta rassegna di questi oggetti che documentano ampiamente l’approccio di Zecchin al vetro muranese come vero designer.

Gli Anni ’30. Il percorso si conclude con l’esposizione dei vetri più significativi degli anni Trenta, dove insieme ad oggetti dallo squisito gusto Dèco, si possono apprezzare, tra gli altri i Leggerissimi realizzati per la vetreria Avem – che niente hanno da invidiare al miglior design europeo coevo, entrando subito nell’antologia più rappresentativa del Novecento muranese – fino a giungere alle opere ideate per la vetreria Salir: straordinari vasi incisi e/o traforati e coppe con decoro a smalti policromi.