Giandomenico Tiepolo
Giandomenico, terzo figlio di Giambattista Tiepolo e di Cecilia Guardi (sorella dei pittori Francesco e Antonio), nasce a Venezia nel 1727. Giovanissimo entra nella bottega del padre e ben presto inizia a collaborare alle grandi imprese decorative di questi, da Palazzo Labia (1746-47) via via fino agli ultimi capolavori realizzati durante il soggiorno a Madrid (1762-70).
Nel frattempo sviluppa anche una sua attività autonoma, dai dipinti della Via Crucis per l’oratorio del Crocifisso a San Polo, Venezia (1747-49) alle numerose opere eseguite a Würzburg. Dal 1753, a Venezia, si dedica a una produzione soprattutto di tele medio – piccole, con scene religiose o di genere derivate da modelli paterni, ma il segno si va man mano facendo più brioso e sciolto, mentre l’ interesse si focalizza verso temi più legati alla vita quotidiana. Nel 1757, Giambattista viene chiamato a decorare la vicentina villa Valmarana e qui a Giandomenico viene affidata per intero la palazzina della Foresteria. Vi realizza, con ispirazione più libera, una magnifica serie di affreschi sulla vita dei contadini, le passeggiate dei nobili, un Mondo Novo e fantastiche immagini di vita orientale. Nel 1759 inizia la decorazione della villa familiare di Zianigo, mentre continua a lavorare sia in proprio che in collaborazione col padre. Negli otto anni passati con lui in Spagna assieme al fratello Lorenzo, realizza alcune tra le sue opere più celebri, tra cui il Burchiello (ora a Vienna) e la Partenza della Gondola (ora a New York).
La morte di Giambattista, nel 1770, non significa solo il rientro a Venezia, ma, probabilmente, una svolta decisa nell’esistenza di Giandomenico, che riprende in tono minore la produzione di affreschi in chiese e palazzi, nel ’76 si sposa e, sebbene accetti nel ’85 di decorare a Genova il Palazzo Ducale, decide di trascorrere la maggior parte del tempo nella residenza di Zianigo.
Il suo interesse è ora centrato sulla grafica: pubblica quindi tra il ’74 e il ’78 quattro edizioni comprendenti le proprie incisioni, assieme a quelle del padre e del fratello. Inizia inoltre una vastissima produzione di disegni su temi di vita quotidiana visti in chiave grottesca, vicende fantasiose di satiri e satiresse e sulla maschera di Pulcinella, protagonista dei centoquattro fogli dell’album Divertimenti per li ragazzi. Si ritira quindi definitivamente a vita privata e passa gli ultimi anni nella villa di Zianigo, che continua a decorare per sé, lasciando così uno straordinario testamento pittorico. Muore a Venezia nel 1804.