Museo Correr

Museo Correr

IMMAGINI DEL SETTECENTO DAL FONDO RAVA'. Edizioni, legature, incisioni.

Percorso

Sala 6. Il percorso espositivo inizia, nella sala 6 del Museo Correr, con una selezione di rare edizioni e incisioni settecentesche, che offrono un’occasione di incontro con una forma d’arte poco nota. A Venezia la produzione del libro di qualità ritorna nel Settecento ai vertici europei imponendosi come forma d’arte di rilievo, grazie alla maestria e all’accuratezza di tutte le fasi produttive e al complesso apparato illustrativo, cui talvolta partecipano grandi pittori, come Giambattista Piazzetta e Giambattista Tiepolo. Particolare attenzione è riservata anche alla scelta della carta, dei caratteri tipografici, della decorazione, della legatura in cuoio impresso in oro o in cartoncino rivestito da raffinata carta decorata. Sono qui esposti alcuni esemplari di questa preziosa produzione, come La perfezione religiosa, raccolta poetica di vari autori, edita a Padova in occasione della monacazione nel 1763 di due sorelle, Orsola e Cecilia Santonini. Accanto, si affaccia il doppio ritratto di Carlo Emanuele re di Sardegna (il primo dei quali firmato da Francesco Zucchi), cui si contrappone il potente ritratto di Giovanni Dolfin, scrittore e patriarca di Aquileia vissuto nel Seicento, opera dello stesso incisore su disegno di Giambattista Tiepolo. Nella rara Vita di san Giuseppe, del 1750, le figure entro ricche cornici, incise da Giorgio Fossati sono stampate in due tempi, con inchiostri di diverso colore. Motivi bucolici classici sono evidenti nel Pastor fido di Guarini del 1787, inciso da Francesco Zucchi a partire da disegni del francese Picart, mentre precocemente neoclassico appare il linguaggio figurativo della pubblicazione per le nozze di Giambattista Corner con Maria Mocenigo, (Venezia 1746), su pergamena con finalino inciso e poi miniato. Accanto, è esposta un’edizione olandese di Virgilio (L’Aia 1753), col testo totalmente inciso (cioè non composto a caratteri mobili) intervallato da vignette e tavole di sapore archeologico, opera del maestro veneziano Marco Pitteri.

Sala 7. Le occasioni del libro. Vesti sontuose, vesti raffinate. L’attenzione di Aldo Ravà è attratta anche da raccolte in versi o in prosa edite per celebrare alcuni protagonisti di solenni eventi pubblici o privati. Questo genere di edizioni si distingue in tre tipologie: le pubblicazioni per nozze; quelle per la promozione a cariche pubbliche (Gratulatorie); quelle per monacazione o professione di fede religiosa. Altri eventi potevano meritare una edizione occasionale: necrologi, cicli di predicazione per Quaresime o Novene, prime messe, esibizioni di cantanti o ballerine. L’allestimento del testo era affidato a un Raccoglitore. Insieme alla famiglia e allo stampatore, egli curava i preparativi e la stampa, talvolta con alfabeti ricercati come nell’edizione per la monacazione di Foscarina Garzoni, qui esposta. L’apparato illustrativo era affidato a uno o più disegnatori e a maestri del bulino e dell’acquatinta, che erano numerosi a Venezia, per merito soprattutto dell’attività imprenditoriale dei Remondini di Bassano e della bottega di Joseph Wagner. Queste edizioni prevedevano quasi in ogni pagina, accanto a immagini di grande formato (ritratto, o antiporta allegorico, armi gentilizie), illustrazioni più piccole: testate, fregi, capilettera figurati, vignette, finali, cul de lampes. Verso la fine del XVIII secolo invece di raccolte poetiche si preferì pubblicare per queste occasioni antichi documenti manoscritti o brevi memorie storiche, come nell’Orazione del somasco Alessandro Vaninetti, in onore di Alvise Contarini Secondo. Nell’antiporta i protagonisti di un lontano episodio avvenuto nella seconda metà del Quattrocento sono ritratti in abiti contemporanei, assieme al motto virgiliano “Vincet amor Patriae” (L’amore per la Patria vincerà). Davanti alla reggia e al padiglione, l’antenato Giorgio Contarini, con il leone di san Marco ai piedi, respinge tre bellicosi personaggi sbarcati da due velieri, mantenendo così la corona di Regina di Cipro sulla testa della veneziana Caterina Cornaro, assicurandone il dominio sull’isola per conto della Serenissima. I volumi più sontuosi erano le Gratulatorie, particolarmente quelle per la nomina a Procuratore di San Marco, la più alta carica vitalizia della Repubblica dopo il Doge, delle quali si possono ammirare in questa sala alcuni esempi. La Gratulatoria era affiancata dalla stampa di ritratti e fogli da appendere negli spazi pubblici: vere e proprie costose campagne di autopromozione delle famiglie che potevano per questo anche indebitarsi gravemente. L’edizione era completata dalla stampa di carte colorate stampate con lo stemma della casata, usate per le legature. Nelle pubblicazioni funebri la severità dell’argomento ispirò uno stile di eleganza sobria e solenne vicina al Neoclassicismo, come si può osservare nei Pianti d’Elicona sulla tomba di Teresa Ventura Venier, editi nel 1790 dalla Stamperia Reale di Parma, diretta da Giambattista Bodoni. Fra le carte decorate che formano le coperte in brossura, si possono distinguere quellexilografate, impresse con matrici lignee, quelle marmorizzate ricavate da soluzioni di colori a olio colati nell’acqua in cui era a bagno la carta, e preziose carte goffrate, dorate o argentate. Quest’ultima tecnica, elaborata nel Seicento in Germania, dal 1746 fu introdotta nell’area veneta dai Remondini di Bassano, che già rifornivano tutta Europa di immagini sacre e libretti di larga diffusione e che ebbero allora anche il monopolio della fabbricazione di carte decorate. Dopo la chiusura della Ditta nel 1861, gli stampi furono acquistati dal cartaio Giuseppe Rizzi di Varese, che per alcuni anni continuò la produzione di carte decorate da allora chiamate in Italia “carte di Varese”.

Sala 8. Avventure del romanzo e celebrazioni dell’antico. Questa ampia sala consente di presentare due importanti aspetti dell’interesse collezionistico di Aldo Ravà: da un lato, nelle vetrine centrali, quello per il genere letterario del romanzo; dall’altro, nella libreria, quello relativo alle monumentali edizioni illustrate. Per quanto riguarda il romanzo, sono esposti alcuni esemplari di edizioni di larga diffusione. Di poche pagine o di piccolo formato, avevano coperte rivestite in carta di grana grossa, fabbricata dagli stracci, di colore uniforme, spesso azzurro, ottenuto da estratti naturali come l’indaco o il guado che ne ricoprivano le irregolarità. Questi libretti di basso costo diedero vita a collane che i Francesi chiamano “Bibliothèque blue”, un tempo largamente diffuse e poi in gran parte scomparse o perché i volumi erano molto letti e quindi distrutti nell’uso, o perché non ritenuti degni d’esser conservati, in quanto letteratura “di consumo”. Attraverso questi volumi il libro raggiungeva anche le donne che prima si dedicavano esclusivamente a libri di carattere religioso e agiografico. Moltissime stamperie veneziane si rivolsero dunque al romanzo e alle traduzioni di opere francesi e inglesi. Si segnalano, in particolare, le traduzioni dalla lingua francese, anche di veri capolavori scritti originariamente in inglese, come il Robinson Crusoe di Daniel Defoe, qui presente nella rarissima edizione veneziana di Domenico Occhi datata 1730, e Le avventure di Tom Jones di Fielding, tradotte dal francese dal romanziere e drammaturgo Pietro Chiari. Delle opere di questo abate ex gesuita, ispiratore di polemiche letterarie con Gozzi e Goldoni, il fondo Ravà vanta la collezione quasi completa delle opere, con numerose prime edizioni. Tra gli esemplari qui esposti le Lettere scelte di varie materie piacevoli del 1750, La ballerina onorata, o sia Memorie d’una figlia naturale del duca N.V. scritte da lei medesimadel 1757, La contessa del nord ovvero Memorie ed avventure di madama di G. del 1762,La viniziana di spirito, o sia Le avventure d’una viniziana ben nata,del 1762. Altri titoli rappresentano aperture insolite nell’orizzonte culturale italiano dell’epoca, come la Vita di Marianne di Marivaux del 1746, i Racconti orientali dall’idioma tedesco nell’italiana favella recati di Amed Ben Mohamed e l’anonimo Viaggiator francese ossia Piacevoli avventure d’un cieco. Per quanto riguarda le edizioni di pregio, nelle vetrine della libreria sono esposti alcuni volumi rappresentativi della produzione veneziana. Si notino in particolare i due in folio esposti nelle vetrine centrali, contenenti il catalogo delle sculture antiche dell’antisala della Biblioteca Marciana commissionato dal nobile bibliotecario Lorenzo Tiepolo. Ne sono autori i cugini omonimi Anton Maria Zanetti il Vecchio, prevalentemente disegnatore e incisore, e il Giovane, prevalentemente studioso e catalogatore di manoscritti. Intenti simili aveva il grande album di ricostruzioni della Roma antica che metteva sotto gli occhi del lettore non le rovine attuali ma la magnificenza degli edifici romani, raffigurati nel momento della loro costruzione. Sul lato opposto una rappresentazione dell’Antichità come regno dell’irrazionale, misterico e magico. L’album completamente inciso, nel testo corsivo e nelle immagini, Oracoli, Auguri, Aruspici, Sibille, Indovini, della Religione Pagana, edito nel 1792, in cui l’autore Jacopo Guarana, allievo di Sebastiano Ricci e Giambattista Tiepolo, guardava a modelli seicenteschi.

Sala 10. Aldo Ravà studioso tra arte e letteratura. In Aldo Ravà l’inclinazione dell’appassionato e del collezionista, emersa già in giovane età, lascia spazio nel tempo alla tempra dello studioso raffinato e dell’infaticabile ricercatore: particolarmente fortunato nelle ricerche di inediti, studia il suo secolo preferito fino a farne oggetto, nel giro di poco più di dieci anni, di una sessantina di pubblicazioni tra monografie e articoli, che si susseguono senza sosta dal 1910. Sono esposti in questa sala i suoi studi, raccolti in volumi monografici, su Pietro Longhi (1702-1785) – di cui apprezza soprattutto il valore di testimonianza -, Giambattista Piazzetta (1682-1754) – all’epoca poco studiato – e Marco Pitteri (1702-1786) , insieme ai ritratti (di Piazzetta e di Pitteri) eseguiti dallo stesso Marco Pitteri da disegni del Piazzetta. La monografia su Piazzetta raccoglie tra l’altro il frutto delle sue ricerche sull’attività dell’artista legata al mondo dell’editoria: a lui si deve il ritrovamento, presso la Biblioteca Reale di Torino, di una serie di oltre 200 disegni, identificati in gran parte come gli schizzi preparatori da cui diversi incisori del tempo trassero le illustrazioni per alcune tra le più celebri e prestigiose edizioni veneziane pubblicate da Giovanni Battista Albrizzi, amico e mecenate di Piazzetta. Proprio gli studi in questo campo lo portarono a concludere che i numerosi incisori dei lavori dell’artista veneziano non sempre avevano saputo mostrarsene degni interpreti. Unica eccezione, Marco Pitteri, maestro del bulino, che riuscì davvero a riprodurre e penetrare lo spirito dell’arte del grande pittore. E proprio a Marco Pitteri Ravà dedica la sua ultima monografia, lavoro tutt’oggi di grande valore per gli studiosi.

Sala 14. Giacomo Casanova e Carlo Goldoni. Due protagonisti verso il nuovo mondo. La sala è dedicata a Giacomo Casanova e Carlo Goldoni, due dei personaggi maggiormente rappresentativi del Settecento veneziano, che ebbero come scenario della loro azione l’intera Europa. Di Casanova cercò di recuperare aspetti che si allontanassero dallo stereotipo sulla figura dell’avventuriero, rivalutandone la figura di fine intellettuale. Sono qui esposte numerose e rare edizioni dell’Histoire de ma vie, in diverse lingue e di diverse epoche. Vi è inoltre una rassegna di saggi e scritti critici, e fascicoli che riportano parti delleMemorie accompagnate da gustose stampe. Tra le altre opere di Casanova esposte in questa sala, un raro esemplare del Messager de Thalie – pamphlet a puntate di cronaca mondana e teatrale – riscoperto da Ravà al quale si deve anche l’attribuzione della paternità casanoviana di alcuni testi allora anonimi, come gli Opuscoli miscellanei che dimostravano, a suo giudizio, un Casanova scrittore acuto, veritiero, colto e intelligente. Particolarmente importanti gli studi condotti a Dux, in Boemia, dove Casanova trascorse gli ultimi anni di vita come bibliotecario del castello di Waldstein. Ravà raccolse e studiò molti suoi manoscritti qui conservati, e lettere di donne a lui indirizzate, ricostruendo minuziosamente le vicende personali e storiche connesse a ognuna. Il frutto di queste ricerche fu raccolto nel volume Lettere di Donne a Casanova – qui esposto – che consacrò Ravà come uno tra i fondatori dei moderni studi casanoviani. Per quanto riguarda Carlo Goldoni, le sue pagine altissime raffiguravano, a giudizio di Ravà, uno specchio realistico della vita quotidiana dell’epoca da cui si sentiva tanto attratto. Nella sua raccolta compaiono quasi tutte le pubblicazioni settecentesche di Goldoni tra cui le quattro fondamentali edizioni, Bettinelli (1750-1757), Paperini (1753-1757), Pasquali (1761-1780) e Zatta (1788-1793) qui esposte accanto ad edizioni antiche e moderne, complete delle collane novecentesche, incluse quelle popolari, i riadattamenti ad uso didattico, traduzioni, riscritture e commedie ispirate dalla produzione goldoniana come laTrilogia di Ludro di Francesco Augusto Bon qui esposta insieme a Goldoni a Udine di Ullmann. A completare l’interesse per il teatro settecentesco, la collezione di Ravà comprende un numero considerevole di commedie e tragedie e svariati libretti d’opera, scovate tra librerie antiquarie e mercati d’arte. Tra le rarità si presentano in questa sala I giuochi di Agrigento per l’apertura del Gran Teatro la Fenice (1792) e un’interessante campionatura della produzione del veneziano Giovanni Bertati, di cui il collezionista possedeva quasi l’intera composizione librettistica. A cavallo tra teatro per musica e teatro di parola si pongono la completa opera teatrale di Pietro Metastasio e le numerose edizioni de Il teatro alla moda di Benedetto Marcello.