Articolata per temi, (Primi anni; Battaglie; Dallo studio; A Guevara; Finestra; No; Il viandante; Il giardino; Storia sacra) la mostra si sviluppa cronologicamente, a partire dalle intense opere degli anni ‘60, tra cui il celebre Interno a Lipari, in un alternarsi di visioni legate alla ricerca estetica e all’impegno sociale, a testimonianze private e a riflessioni spirituali, culminanti con la serie delle Crocifissioni degli anni novanta e con la mitica figura di Endimione, che, addormentato, attende la visita di Selene, la Luna. Il rapporto uomo – natura è fin dall’inizio al centro della ricerca espressiva di Gianquinto, così come da subito si stringe il connubio tra arte e impegno sociale, mentre è la luce ad affermarsi come protagonista nei paesaggi jesolani dei primi anni ’60. La ricerca spaziale connessa all’esperienza nel gruppo Il Pro e il Contro, si coniuga da un lato col luminismo di chiara matrice veneta, dall’altro con forti rimandi storici restituiti in immagini emblematiche. Fin dagli anni Settanta il percorso si arricchisce di una dimensione lirica ed evocativa: figure umane, paesaggi, interni, oggetti quotidiani immersi nella superficie luminosa di uno spazio privo di spessore e volume, segnati da giochi di luce in figure geometriche rarefatte. E ancora linee essenziali e intensa emozione costituiscono la cifra della sorprendente serie delle Crocifissioni. Rigore, coraggio e vigore intellettuale connotano tutte le scelte e i diversi esiti della sua lunga produzione artistica, percorsa da “viandante” solitario, in un appassionata, profonda, continua ricerca.