La mostra presenta un centinaio di opere – tra olii, tempere, chine e matite – dell’irrequieto pittore veneto, figura emblematica di un ambiente artistico vivace e scapigliato a cavallo tra ‘800 e ‘900. Il percorso espositivo consente un’ampia rilettura della vasta produzione dell’artista, proponendo una ricca selezione di opere in cui si evidenzia come elemento principe il segno grafico: la linea diventa una serpentina che costruisce i corpi, li fa volteggiare e contorcere fino al limite della caricatura con un ritmo sfrenato che si diluisce d’un tratto per effetto dell’acquarello in un’atmosfera rarefatta come in Ballo popolare: preludio e Ballo popolare: fine. Abile disegnatore, grazie all’intuizione che il “nuovo” sta nel dinamismo e nella velocità, egli viene ricordato anche come uno dei maggiori illustratori italiani. Una sezione della mostra è dedicata a questo aspetto della sua produzione, attraverso l’esposizione di edizioni originali e disegni alcuni dei quali inediti provenienti da collezioni private. Diverso il risultato invece negli splendidi e interessanti dipinti a olio che hanno un respiro diverso e più ampio, ma che mantengono lo stile tipico di Valeri. Tra essi ricordiamo Autunno, Primavera, La Sagra, La Popolana.