Il percorso espositivo si snoda in sezioni emblematiche.
Una premessa illustra – attraverso opere cartografiche, disegni, modelli e polene di navi – come già sotto il dominio austriaco (1815/1866) il problema della difesa e della fortificazione della città fosse stato affrontato e imponenti opere fossero state realizzate, nel contesto della dislocazione strategica del territorio della città.
Seguono le sezioni dedicate all’annessione di Venezia al Regno d’Italia, con interessanti, a volte straordinari dipinti capaci di evocare l’attesa di questa unificazione e la ritrovata identità in seno alla nuova nazione.
Sono qui esposte, tra le altre, opere di Giovanni Fattori e Ippolito Caffi; non mancano inoltre notevoli documenti sul decisivo rafforzamento dei confini orientali del paese. Assolutamente eccezionale è poi la sezione che illustra il drammatico periodo dell’attesa dell’imminente conflitto, in cui si lavora alla difesa, alla predisposizione della logistica.
Ecco allora, tra gli altri, i rari modellini di speciali barche da adibire ad ambulanze o ai mezzi di trasporto militare.
Anche la vasta parte dedicata al vero e proprio periodo della guerra offre ampio spazio a interessanti modelli di navi e altri mezzi da combattimento, ma davvero unici sono i plastici tra cui spicca, per l’inquietante spettacolarità, quello della basilica di San Marco protetta contro il rischio dei bombardamenti, centrale nella sezione dedicata alle opere di difesa del patrimonio poste in atto nel periodo bellico.
Una sezione tratta la rappresentazione della guerra nelle opere di artisti dell’epoca, spesso combattenti, da Bucci a Cascella, da Morando a Sartorio a Italico Brass.
Chiude la mostra, significativamente, una sala che ripropone le opere e l’allestimento dedicato alla Prima guerra mondiale nel 1936 da Giulio Lorenzetti al Correr. La memoria quindi di una guerra conclusa, suggello della stagione del Risorgimento Italiano a cui il museo dedicava allora uno spazio importante.