Il percorso espositivo della mostra ‘Il cane a sei zampe’ permette di ripercorrere i momenti salienti della storia di ENI – scanditi dai tre restyling del marchio (1972, 1998 e 2009) seguiti alla prima realizzazione del 1952, attraverso immagini, filmati, documenti originali, vignette satiriche provenienti dall’archivio storico ENI e memorabilia arrivati in prestito da numerose collezioni private. Una sezione speciale, ricostruita sulla base di documentazione originale, è riservata alla storia del concorso per il marchio dei prodotti e dell’azienda, dal quale il cane a sei zampe, disegnato dallo scultore Luigi Broggini, esce vincitore. Le immagini della prima sezione raccontano un’Italia ancora contadina che “accoglie”, come un ospite strano e surreale, le prime torri di perforazione o le prime infrastrutture per il trasporto del metano. Accanto a queste immagini che servono a capire la storia di ENI ma che molto dicono sulla storia d’Italia e sugli anni della ricostruzione e del boom economico, si fanno strada man mano che ci si addentra negli anni Sessanta, le fotografie dei tanti paesi stranieri in cui ENI cerca e produce idrocarburi. Sono le foto dell’Egitto, della Tunisia, dell’Iran e di tutti quei luoghi in cui i geologi, i geofisici e i perforatori hanno lavorato fianco a fianco con il personale locale, in uno spirito di collaborazione che da sempre identifica ENI. Il legame del presente con il passato, l’individuazione di quel filo rosso che rende le scelte di oggi il naturale sviluppo delle scelte fatte nel passato, è una delle chiavi di lettura di questa mostra in cui “ieri” non è solo un bel ricordo ma anche un insieme di valori che eni porta con sé dalle sue origini. Nella prima parte della mostra, il periodo 1953-1972, sono presenti tutti quegli elementi che ENI svilupperà nei decenni successivi: lo spirito internazionale, l’investimento in ricerca, la passione per le sfide e l’innovazione. La mostra offre un corredo di audiovisivi e oggetti che da un lato spiegano meglio e documentano gli anni trattati e dall’altra mostrano l’uso che l’azienda ha fatto del suo marchio “stampandolo” su molti oggetti di uso comune (pentole, stoviglie, bicchieri del villaggio per i dipendenti), sul merchandising (accendini, radioline, penne, cravatte), sugli strumenti di lavoro (le bombole dei sub, le divise di lavoro, le macchine). Un angolo della mostra è dedicata ad una selezione di immagini storiche e documenti dell’attività ENI a Venezia mentre la parte finale del percorso espositivo è dedicata al presente, con le performance dei talenti emergenti che hanno inaugurato la nuova stagione della comunicazione ENI. Anche il manifesto e la grafica della mostra sono firmati da un giovane artista, Agostino Iacurci, autore della rivisitazione più recente del logo.