La mostra presenta nella sezione del Novecento quattro straordinari capolavori della Fucina degli Angeli di Egidio Costantini, risalenti all’incontro con Chagall e Picasso:
Anfora e Cavallo. L’incontro di Egidio Costantini con Marc Chagall risale al 1954: è uno dei primi grandi artisti di fama internazionale che decide di collaborare con Costantini e la sua Fucina degli Angeli. Chagall, già da molti anni, era attratto dal vetro e dalle molteplici opportunità che questa materia poteva offrire all’immaginazione e alle capacità di chi avesse voluto confrontarcisi. Ma solo grazie al sodalizio con Costantini, anche se basato su relazioni episodiche, ne scoprì un uso totalmente nuovo e differente dalla tradizione vetraria dell’epoca, ancora legata ad una produzione, sì di grande eccellenza, ma artigianale. Chagall affidò quindi le forme e i colori nati dal suo genio artistico a Costantini che li tradusse in capolavori unici e di inconfondibile bellezza.
Fauno e Capretta. Molti saranno i temi che svilupperanno nel vetro Egidio Costantini e Pablo Picasso, dopo il loro primo incontro a Vallauris nel 1954, ma la mitologia ha indubbiamente un posto di primo piano. Le presenze fantastiche, ma anche mostruose, erano temi cari all’artista spagnolo che diede a Costantini un raccolta di poemi di Andrè Verdet, che lui stesso aveva illustrato con personaggi mitologici e lo sfidò a tradurli in opere di vetro: nascono appunto da questa provocazione le opere che prendono il nome di ninfe e fauni. Sono delle statuette che compongono una serie di sculture in vetro pieno. Col tempo seguiranno anche centauri e folletti che si differenzieranno per dimensioni, forme e colori. Picasso ne sarà così soddisfatto che la loro collaborazione continuerà anche col tema della natura. Vengono così alla luce degli animali di straordinaria bellezza, animali forti e possenti come il toro, enigmatici ed eleganti come il gufo o portatori di pace e bellezza come la colomba.