Museo Correr

Museo Correr

L’AVVENTURA DEL VETRO. Un millennio d’arte veneziana

Sogno Veneziano

4 febbraio – 8 marzo 2011
Salone da Ballo, Museo Correr

La mostra “L’Avventura del vetro” si arricchisce, in concomitanza con il Carnevale veneziano dedicato all’Ottocento, di un’ulteriore preziosa ed originale doppia appendice dal titolo “Sogno veneziano”.

Nel Salone da Ballo del Museo Correr, viene presentata una raccolta di un’ottantina di “figurine” di vetro, appartenenti al collezionista Franco Maschietto,create dalle grandi manifatture veneziane, da Barovier e Toso, a Zecchin e Martinuzzi, a Cenedese, Avem, Seguso. Si tratta di opere tra le più rappresentative per tipologie e fucine, dal significato quasi ludico, esercizi di maestria creativa, “miniature” meravigliose impastate di vetro e di fantasia. “Ali Babà”, “Pulcinelle”, “Arlecchini”, personaggi della Commedia dell’Arte, ma anche deliziosi nudi femminili e giocose allegorie, o rappresentazioni dei personaggi della Venezia d’un tempo, come gli immancabili “Moretti”.

Accompagnano questa sorprendente collezione una ventina di disegni di Giuseppe Borsato (Venezia 1770-1849), provenienti dal Gabinetto di Stampe e Disegni del Correr. I soggetti dei disegni sono i travestimenti in voga nella Venezia ottocentesca, o le bissone, imbarcazioni a otto remi dalla forma allungata, che venivano sfarzosamente addobbate dalle più importanti famiglie patrizie veneziane in occasione delle regate. Nell’opera di Borsato si stratificano e amalgamano sia la chiara influenza di arredatori francesi, come Pierre-François-Léonard Fontane, che dello stile biedermeier, in un nuovo stile che è proprio delle corti napoleoniche. Dell’artista sono infatti gli ornamenti della Sala Napoleonica, ovvero quel Salone da Ballo del Palazzo Reale in Piazza San Marco (ora Museo Correr), che ospita la mostra.

Ruolo e importanza artistica di Giuseppe Borsato nel contesto veneziano si possono intuire leggendo alcune righe estrapolate dal “Giornale di belle arti” (Anno primo, 1833. Venezia. Dalla Tipografia di Paolo Lampato): “E di vero dal cominciamento del corrente secolo, non un Principe si vuole onorare al suo arrivo a Venezia, che il Borsato non sia ordinatore d’ogni festa, d’ogni spettacolo: non una regata avviene, che a lui non deva i più scelti e bizzari ornamenti delle gravi sue peote, delle veloci bissone, le antiche scorribiesse de’ Veneziani: non un nobile connubio si lega, che a lui non si affidi la cura di cercar nuove e più leggiadre forme. […] Borsato può dirsi dotato di inesauribile fantasia nello inventare, può vantarsi non meno di fulminea facilità e prontezza nello eseguire. Ma questa facilità e prontezza non è però, come potrebbe credersi di leggieri, nemica della diligenza, che anzi nessun altro Vedutista veneziano condusse con più amore di lui i dipinti, né più cercò le difficoltà per il vanto di sperarle”.

Franco Maschietto è uno dei cinque grandi collezionisti al mondo di “figurine”, particolarissima tipologia creativa della grande arte vetraria muranese. La sua collezione racchiude oggi più di mille pezzi, compresi esemplari di rarità assoluta se non unici – come alcune creazioni di Fulvio Bianconi, Dino Martens, Pino Signorotto o Flavio Poli – raccolti in venticinque anni di passione e competenza.

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