Museo Correr

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AMLETO E DONATO SARTORI: LA MASCHERA DEL TEATRO. Un viaggio oltre la maschera dalla Commedia dell’Arte a Goldoni al Teatro Nuovo.

Progetto

In occasione del Carnevale di Venezia e in collaborazione con il Comune che ne promuove le attività, la Biennale presenta La maschera del teatro, mostra internazionale dedicata alla lunga e intensa attività di Amleto (1915/1962) e Donato Sartori, i due artisti padovani – padre e figlio – conosciuti in tutto il mondo per la loro opera di ricerca attorno a uno strumento antico del teatro, simbolico ed evocativo, come la maschera.
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Di Amleto Sartori sono le maschere della rinata commedia dell’arte per le rappresentazioni curate da grandi registi – da Giorgio Strehler a Jean-Louis Barrault, per i più famosi Arlecchini di questo secolo, Marcello Moretti e Ferruccio Soleri, ma anche per Eduardo De Filippo, Jacques Lecoq e molti tra i maggiori artisti europei. Donato Sartori, scultore e performer, dopo la scomparsa del padre nel 1962, continua il legame con Strehler, creando le maschere per il Galileo di Brecht e per l’Arlecchino di Ferruccio Soleri, e con Lecoq e Dario Fo, mentre avvia un rapporto nuovo con il teatro d’avanguardia americano ed europeo – dall’Odin Teatret di Eugenio Barba a Peter Oskarson e Moni Ovadia – realizzando produzioni pluridisciplinari e multimediali.
Concepita come un viaggio immaginario lungo le fasi storiche della maschera e del suo uso nel teatro, dalla Grecia antica all’Impero Romano, dallo straordinario mondo inferico medievale alla commedia dell’arte fino a Goldoni e il teatro nuovo, la mostra è il naturale preludio al 39. Festival Internazionale del Teatro, che completerà la riflessione sull’opera di Carlo Goldoni, già avviata dalla Biennale lo scorso anno con l’ultima edizione del festival dedicato a Gozzi e Goldoni europei.
Questo viaggio particolare attraverso la maschera si concluderà con la teatralità magica creata dai “mascheramenti urbani” di Donato Sartori, una dilatazione del concetto di maschera agli spazi aperti e architettonici delle città, nati e sperimentati – prima di essere esportati in tutto il mondo – proprio nel 1980 con il clamoroso mascheramento di Piazza San Marco a Venezia, nel primo dei Carnevali diretti da Maurizio Scaparro.