Bruce Chatwin nasce nel 1940 a Sheffield nell’Inghilterra del nord. La sua brillante carriera inizia come portiere al dipartimento di Opere d’Arte a Sotheby’s, la celebre casa d’aste londinese. Diventa presto un esperto in opere impressioniste e all’età di 26 anni ne diviene uno dei più giovani direttori. Ma il suo spirito irrequieto lo farà presto abbandonare il mondo dell’arte, per una vita focalizzata nei viaggi e nella scrittura. Nel ’65 sposa Elizabeth Chanler. Dalla metà degli anni ’60 fino alla fine degli anni ’70 visita l’Afghanistan, il Sudan, la Russia, l’Africa, la Patagonia, il Brasile, l’India e Haiti. Durante questi viaggi Chatwin scatta innumerevoli fotografie e riempie di appunti decine di taccuini di ‘vrai moleskine’ (tela cerata nera che compra a Parigi). Sarà da questi appunti che egli attingerà idee e spunti per le sue opere letterarie: nel 1971 scrive “L’Alternativa nomade”, un lavoro che non verrà mai pubblicato, ma che scandagliando quella “personale inquietudine” e quella “morbosa preoccupazione per le radici di ogni viaggio” proprie della sua persona, forniranno la base per tutte le opere successive. Nel 1977 pubblica “In Patagonia”, il libro-simbolo di tutti i viaggi, che sarà incoronato dalla “New York Times Book Review” miglior libro dell’anno; nel 1980 è la volta de “Il Viceré di Ouidah”che racconta la vita di un negriero di origine brasiliana nel Dahomey, oggi Benin; del 1982 è “Sulla collina nera” e gli viene assegnato il “Whitebread Prize” come migliore romanzo. Dall’83 all’89 visita l’Australia, Katmandu, il Sud Africa, Hong Kong e il Nepal. Nel 1987 è in Ghana per assistere il regista Werner Herzog nell’adattamento cinematografico del “Viceré di Ouidah”, nello stesso anno pubblica “Le vie dei canti”, sulle mitiche Piste del Sogno degli antenati aborigeni australiani. Nel 1988 e nell’89 vengono pubblicati “Utz” e “Che ci faccio qui”. Il 18 giugno 1989 Chatwin muore in Provenza. Postumi escono: “Ritorno in Patagonia” (una conferenza con Paul Theroux, 1991); “L’occhio assoluto” (1993) e “Anatomia dell’irrequietezza” (1996). Grazie alla moglie, che raccolse e sviluppò gran parte delle oltre 3000 foto di viaggi che l’autore probabilmente non vide mai, vengono realizzate alcune mostre fotografiche e pubblicati due libri di fotografie: ‘Photographs and Notebooks of Travel’ (Fotografie e appunti di viaggio) nel 1993 e ‘Winding Paths’ (I sentieri tortuosi), nel 1999.