Museo Correr

Museo Correr

DANIELE MANIN: DALLA GLORIA ALL’ESILIO. Immagini e memorie dai Musei Civici di Venezia e Cassa di Risparmio di Venezia, Campo San Luca.

Progetto

La mostra ripercorre – attraverso dipinti, testimonianze, opere a stampa e straordinari cimeli – la figura e l’opera di Daniele Manin (Venezia, 1804 – Parigi, 1857), intellettuale, pensatore, uomo politico e protagonista del risorgimento veneziano, a centocinquant’anni dalla morte in esilio.

La mostra, significativamente ospitata nella sede Centrale della Cassa di Risparmio di Venezia affacciata sul campo dedicato a Daniele Manin, si articola in quattro sezioni: dalla vita privata all’impegno rivoluzionario, dall’esilio alla glorificazione postuma.
La prima sezione propone significative testimonianze dell’attitudine intellettuale di Daniele Manin. Ecco dunque la scrivania sulla quale lavorava nella sua casa veneziana affacciata su campo San Paternian – ora campo Manin – e alcuni esemplari dei primi testi da lui pubblicati, assieme ai suoi inconfondibili occhiali e ad altri oggetti personali.
La seconda è incentrata sull’epopea rivoluzionaria del 1848/49, di cui Manin fu protagonista in città. Ancora documenti, quindi, ma soprattutto molte immagini prodotte nei più diversi supporti – quadri, stampe, manifesti, medaglie, oggetti d’uso popolari, ….. – all’epoca dei fatti e anche in seguito, dopo l’annessione di Venezia all’Italia nel 1866: tra esse il Ritratto di Manin con la fascia degli ufficiali della Guardia Civica, di Leonardo Gavagnin; Daniele Manin occupa con i rivoluzionari l’Arsenale di Vincenzo Giacomelli, ma anche la spada e il fucile che gli appartennero, oltre a oggetti dove compare il suo volto, quasi icona rivoluzionaria, come nei manifesti del tempo che riportavano al popolo le sue parole.
La terza sezione si occupa del periodo dell’esilio parigino, dopo la resa della città agli austriaci. Qui Manin intrattiene rapporti con gli intellettuali dell’epoca e partecipa al dibattito politico sull’unità nazionale italiana e qui muore, nel 1857.
La quarta documenta la costruzione del “mito” di Daniele Manin, dopo l’annessione del Veneto (1866) al nuovo stato unitario italiano, che viene costruendo la sua identità e intende celebrare i suoi eroi. Le sue spoglie vengono solennemente riportate in patria e non senza polemiche, tumulate a San Marco, fino alla grande cerimonia per l’inaugurazione del monumento a lui dedicato davanti alla sua casa di campo San Paternian, d’ora in poi Campo Manin.

È organizzata dall’Ateneo Veneto di cui Manin fu socio e che fu sede dell’animato dibattito intorno al quale l’epopea risorgimentale veneziana prese forma, e propone opere e oggetti provenienti dalle collezioni storiche dei Musei Civici Veneziani.

A cura di Michele Gottardi e Camillo Tonini, si inserisce nell’ambito di una serie di iniziative celebrative della ricorrenza, che comprende anche, a cura dell’Ateneo Veneto (Campo San Fantin, Aula Magna) il convegno internazionale di studi Fuori d’Italia: Manin e l’esilio (15-17 novembre 2007) dedicato alla figura di Manin e degli altri esiliati d’Europa, ma anche al ruolo della classe dirigente veneziana decapitata dopo il ’48 e la conferenza-spettacolo di storia cantata dello storico Emilio Franzina, L’altro mondo del Generale. Garibaldi fra esilio ed emigrazione (16 novembre, ore 20.45) dedicata a un altro importante anniversario che ricorre quest’anno, il bicentenario della nascita dell’eroe dei Due Mondi (16 novembre 2007, ore 20.45, ingresso libero).