Museo Correr

Museo Correr

VERONESE. Miti, ritratti, allegorie.

Progetto

La mostra, allestita al primo piano del Museo Correr, tra il Salone delle feste e un’altra ampia e suggestiva ala della reggia neoclassica, si pone come chiave di lettura e strumento di comprensione della vasta e complessa carica innovativa del Veronese che, con assoluta originalità, rappresenta in termini emblematici il carattere e la peculiarità della Venezia del suo tempo. Essa costituisce dunque un’occasione irripetibile anche per l’inquadramento e la rilettura critica della prodigiosa, felicissima produzione veronesiana in città.

Una straordinaria selezione di capolavori prevalentemente “profani” di Paolo Veronese (1528-1588), protagonista, con Tiziano e Tintoretto, della grande stagione artistica del Cinquecento veneziano, illustra i caratteri innovativi e peculiari della sua opera, dalle allegorie agli splendori degli anni settanta e ottanta, dai ritratti alle scene mitologiche, caratterizzati da una visione favolosa, sensuale e vibrante. Si tratta di opere provenienti da collezioni e musei europei e americani, in molti casi mai esposte in tempi moderni in Italia.

Pittura votata alla più spettacolare celebrazione di splendori, banchetti ed epifanie del potere, essa contribuisce in maniera fondamentale alla creazione e all’affermazione del mito di Venezia, da una parte, dando corpo e anima, talvolta alle più mirabolanti scenografie della classe dirigente di uno stato “perfetto ed eterno”; dall’altra parte, fornendo forme e colori i più smaglianti e seducenti per convincere che Venezia è, anche, il luogo della ricchezza e del bello.

Vi è poi il Veronese delle scene mitologiche e amorose, poesie pittoriche in atmosfere sensuali, languide, non prive d’ironia nelle citazioni, trattate con virtuosistica teatralità, nel connettivo tenace e insostituibile di materiali magici ed evocatori, velluti e damaschi, corazze e sete, mantelli al vento, perle, argenti e porpora, gioielli, cammei, fastigi piumati.

Quanto all’ allegoria, strumento principe, assieme al mito, per la pittura politica e celebrativa, essa è, per Veronese, anche spazio culturale, pretesto, contenitore di immagini e figure, di cui si serve con libertà e spregiudicatezza lieve.

Significativa è infine la selezione di ritratti, in cui Veronese rappresenta, indaga, decifra caratteri e passioni, sa cogliere e mostrare la leggerezza di un sentimento e la delicatezza di un gesto. Qui l’artista offre la parte più segreta e partecipata della sua produzione profana: i personaggi – pur nella coscienza del proprio alto destino – parlano con l’osservatore, entrano nella dimensione del tempo che scorre fuori dalla beatificazione laica del mito politico e ideologico, cercano di essere se stessi.

La visita alla mostra si integra con il percorso veronesiano che, da Palazzo Ducale alla Sala d’Oro della Libreria Marciana, prosegue, in collaborazione con Chorus – il museo della Città, nelle chiese cui Paolo consegnò gli altri suoi capolavori assoluti, in primis quella di San Sebastiano.

La mostra è integrata da importanti itinerari veronesiani in città, che arricchiscono e completano il percorso di conoscenza dell’artista e che prevedono – altra novità – anche forme di bigliettazione coordinata, oltre che da concerti sulla grande musica veneziana del periodo.

La mostra, curata da Giandomenico Romanelli e Claudio Strinati, è organizzata con il Musée du Luxembourg, prodotta con Venezia Musei, con il sostegno di Banca Aletti e la collaborazione della Fondazione Corriere della Sera.

Catalogo Skira.