Museo Correr

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Percorsi e collezioni

PERCORSI SPECIALI: Sale Reali

Venti stanze per Arciduchi, Re e Imperatori

INFORMAZIONI PER LA VISITA

È possibile effettuare la visita solo su prenotazione e con accompagnatore qualificato. Si svolge per un massimo di 10 persone.

L’itinerario guidato viene proposto tutti i giorni a partenza fissa:
– in Italiano ore 14.00;
– in Inglese ore 10.30 e 15.30;
– in Francese ore 12.00.

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Le venti bellissime Sale Reali oggi si percorrono in scenografica infilata, affascinati dalla loro magnificenza non meno che dai ‘quadri’ veneziani che si aprono da ogni balcone e finestra. Un tempo invece, mediante doppie porte, gruppi di stanze erano frazionati in distinti appartamenti, serviti da ingressi indipendenti e scale salenti dai cortili, con corridoi di disobbligo e stanzini di servizio sul retro. Ambienti di varie misure e altezze, per l’uso delle diverse corti succedutesi lungo tutto il XIX secolo, subirono molteplici ammodernamenti in connessione ad eventi e a particolari personalità, segnando l’evolversi del gusto e degli stili. Nei riassetti, tuttavia, furono mantenuti e integrati brani ed elementi precedenti, in tal modo producendo l’attuale peculiare veste eclettica delle Sale Reali, dove la mescolanza non sempre omogenea di decori e arredi crea inaspettate suggestioni, in toni di regale respiro e ricchezza alternati ad altri di più domestica intimità.

La forte impronta “Impero” dell’età napoleonica, impressa soprattutto dall’ornatista Giuseppe Borsato, si mantenne anche nei primi decenni asburgici. Con Borsato collaborarono via via generazioni di valenti pittori veneziani per scene e figurazioni: Giambattista Canal, Giovanni Carlo Bevilacqua, Pietro Moro, Francesco Hayez, Sebastiano Santi, Odorico Politi e altri.

Successivamente, con stili e gusti radicalmente mutati, vari ambienti furono ristrutturati in funzione della visita di Stato dei giovani sovrani Francesco Giuseppe ed Elisabetta, “Sissi”, durata trentotto giorni tra il novembre 1856 e il gennaio 1857. Sissi abiterà nuovamente qui per ben sette mesi tra l’ottobre 1861 e il maggio 1862, quasi mai concedendosi alla presenza pubblica, con il marito “Franzi” che frequentemente la raggiungeva in treno da Vienna. Contestualmente il fratello dell’Imperatore, l’Arciduca Ferdinando Massimiliano, nel 1857-59 Viceré del Lombardo-Veneto, servendosi di giovani artisti veneziani (Giovanni Rossi, Leonardo Gavagnin, Federico Moja e altri) curò con gusto personale decorazioni e arredi del proprio appartamento, pervaso da suggestioni orientaliste (Sala Moresca) e da una intima misura Biedermeier di tono mitteleuropeo.

Le ultime trasformazioni, limitate al rinnovamento delle sale terminanti la lunga infilata, si ebbero con l’arrivo nel 1866 di Casa Savoia, soprattutto per ricavare una nuova camera da letto con salotto e servizi per il Re d’Italia Vittorio Emanuele II. L’appartamento fu poi utilizzato dai sovrani suoi successori, Umberto I e Margherita, Vittorio Emanuele III e Elena, fino al 1920. Un gusto storicista neobarocco piuttosto carico, derivato dal francese stile Napoleone III, connotò allora le decorazioni pittoriche dei soffitti e soprattutto gli arredi, ricchi di intagli, dorature, tappezzerie, passamanerie ecc.

Nel 1920, quando il Palazzo Reale fu dismesso, la maggior parte delle venti Sale Reali rivolte ai Giardini fu frazionata a uso uffici di varie amministrazioni statali. L’improprio utilizzo, protrattosi nocivamente per decori e arredi superstiti fin oltre l’anno 2000, ebbe fine grazie a un accordo intervenuto tra organi dello Stato e Comune di Venezia, premessa per l’odierno completo recupero artistico-ambientale e per l’apertura al pubblico delle Sale Reali, avvenuto per un primo gruppo di sale nel 2012 e completato integralmente nel 2022. L’intero recupero è stato sostenuto dal generoso mecenatismo privato del Comité Français pour la Sauvegarde de Venise.

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