Museo Correr

Museo Correr

Wunderkammer

Sale Wunderkammer

SALA 1 – Teodoro Correr: dalla città al palazzo, dalla collezione al museo
Questa sala evoca l’originaria ambientazione della “Raccolta Correr d’Arte e Storia”, lasciata alla Città dal patrizio Teodoro Correr nel 1830, nucleo originario dei Musei Civici di Venezia. L’origine veneziana dà alla raccolta Correr il ‘valore aggiunto’ di specchio fedele della secolare sedimentazione, produzione, importazione e circolazione dei prodotti dell’arte figurativa e decorativa in città, in un arco temporale che spazia dal medioevo al primo Ottocento.

SALA 2 – Venezia medievale, crocevia di arti preziose: frammenti di sacri tesori
Pregiati manufatti importati o prodotti a Venezia, specie nei secoli del medioevo, trovavano elettiva sede nei ‘tesori’ ecclesiastici, offerti ‘ad onore di Dio e dei Santi’. Solo alcuni frammenti sono giunti nel Museo, per via collezionistica privata, oppure grazie ad acquisizioni e recuperi da parte di enti pubblici come il Comune. Nella sala, vi figurano oreficerie da Costantinopoli, smalti romanici francesi di Limoges, manufatti veneziani in avorio e cristallo (straordinario il ‘dente di narvalo’ figurato), codici miniati tra i più preziosi della Biblioteca Correr, i bellissimi arazzi da Santa Maria degli Angeli a Murano, qui esposti per la prima volta in epoca moderna. Al centro si impone il leggìo metallico prodotto nelle Fiandre, ma ‘salvato’ dalla distruzione musulmana dei monasteri dell’Egeo dal doge Francesco Morosini “il Peloponnesiaco”. Dal fondo domina una misteriosa tavola con la ‘Maestà’ da cui emana il fascino della lezione tardogotica di Gentile da Fabriano.

SALA 3 – A Venezia i Rinascimenti d’Europa: il primato dell’immagine
La raccolta di dipinti di Teodoro Correr registra con viva immediatezza i gusti e le diverse preferenze dei veneziani nel Rinascimento. Il lavoro di analisi e restauro svolto recentemente sui dipinti del museo, specie quelli finora trascurati e conservati nei depositi, ha riservato scoperte clamorose. Tra queste, tre ‘nuovi’ dipinti attribuiti a Vittore Carpaccio – una “Madonna con il Bambino” (1487 ca.), una “Pietà” (1487-’90 ca.) e un “Ritratto del doge Leonardo Loredan” (1505 ca.) -, un piccolo inedito “Dio padre” di Lorenzo Lotto, uno  straordinario “Ritratto di Ferrante d’Avalos”, tradizionalmente attribuito a Leonardo. Inoltre, vi sono inoltre alcune affascinanti tavole tedesche e fiamminghe.

SALA 4 – Nella casa del mercante veneziano: private raffinatezze cosmopolite
Lo sviluppo commerciale della Serenissima incentiva una produzione artistica veneziana, con specialità famose come la lavorazione dell’avorio, delle pietre, delle oreficerie, dei tessili, oltre, naturalmente, al vetro. Eloquenti testimoni di tutto questo sono i diversi, preziosi oggetti provenienti da antiche raccolte familiari poi confluite nelle collezioni del Museo Correr, di cui questa sala presenta significativi esempi: avori gotici francesi, uniti a quelli veneziani, della famosa bottega tre-quattrocentesca degli Embriachi, e notevolissimi metalli ageminati islamici (dall’ Egitto, dalla Siria, dalla Persia), spesso personalizzati con stemmi degli acquirenti veneziani. Si immagini come tale varietà di oggetti preziosi e singolari – per esempio i brucia-profumi islamici a forma di sfera rotolabile sui tappeti – potesse comporre  insiemi eclettici e ricercati nelle ricche case sull’acqua dei veneziani.

SALA 5 – Cinquecento veneziano tra cultura, lusso e meraviglia: vivere e collezionare l’eccellenza
Questa sala vuole evocare l’atmosfera lussuosa di un palazzo veneziano del Cinquecento. Lo spazio, vigilato da ritratti familiari, custodisce e quasi ostenta i simboli della ricchezza: dipinti rari (come la ‘Leda’ da un celebre modello di Michelangelo). La passione culturale per l’Antico è esemplificata da monete greche e romane, gemme antiche, suppellettili da tavola d’eccezione (posate in cristallo di rocca e argento dorato), avori,  virtuosismi della meccanica (orologi francesi e tedeschi), raffinati oggetti per la devozione privata (gli altaroli-reliquario).

SALA 6 – Il capolavoro della maiolica del Rinascimento: il “Servizio Correr” di Nicola da Urbino
In questa sala è esposto integralmente il cosiddetto “Servizio Correr”, formato da ceramiche dipinte, unanimemente riconosciute tra i capolavori assoluti della maiolica italiana rinascimentale. Realizzato verso il 1510 dal pittore Nicola di Gabriele Sbraghe detto Nicola da Urbino (1480 ca – 1538 ca.), l’insieme è costituito da diciassette piatti rotondi, superstiti di una ‘credenza’ certamente in origine più numerosa. Non erano pezzi destinati all’uso, ma piuttosto all’ostentazione. I piatti sono suddivisibili in vari sottogruppi, omogenei per forma e tematica figurativa; sono individuabili il gruppo con la Storia di Orfeo ed Euridice, quello con Storie di coppie di amanti dalle Metamorfosi di Ovidio o da altre fonti letterarie o popolari, quello con Storie del Vecchio Testamento. Appartenente alla raccolta di Teodoro Correr, nulla si sa dell’origine di questo servizio, ma è probabile che la sua committenza d’alto livello sia veneziana.

SALA 7 – Bronzetti veneti del Rinascimento: l’“antico” tra archeologia e fantasia
Nel Rinascimento la produzione di bronzetti rappresenta un genere particolare, destinato a una colta élite di raffinati amatori, accomunati dal gusto antichizzante. In queste salette è proposta una selezione della vasta e ricca collezione di bronzetti del museo. Vi è esemplificata soprattutto la produzione di area veneta, dalla seconda metà del Quattrocento al primo Seicento, con le migliori officine di Padova – di cui sembra furono iniziatori Donatello e l’allievo Bartolomeo Bellano – e di Venezia. Quasi certamente padovani, di autore non precisato, sono le due scatole a forma di granchio, il Serpentello e le due Lucertole in lotta, caratteristici per essere stati realizzati a partire da calchi dal vero. Parallela e congiunta è la produzione di medaglie e placchette. Le placchette sono miniaturizzazioni di bassorilievi o altorilievi, spesso replicate e variate in molti esemplari. Sono qui presenti pezzi famosi e di alta qualità dei principali artisti e botteghe specializzate nel genere: Riccio, Ulocrino, Galeazzo Mondella detto “Il Moderno”, Valerio Belli, fra gli altri. Nel Rinascimento la produzione di medaglie, ispirata alle monete antiche e destinata a celebrare l’uomo contemporaneo, riscuote  da subito un notevole successo. La raccolta del Museo Correr comprende splendidi esemplari dei primi medaglisti, tra cui artisti famosi come il pittore Antonio Pisano, detto Pisanello o lo scultore Matteo dei Pasti. Sono anche presenti due delle rarissime medaglie “all’antica” attribuite a Antonio Averlino, il Filarete. La scuola veneziana è presente con uno dei suoi migliori medaglisti, Giovanni Boldù, di cui famosa è la medaglia con l’Angelo della morte.

SALA 8 – Bronzetti veneziani del Cinquecento: la “piccola”, grande scultura manierista
La dinamicità plastica di Jacopo Sansovino (1486-1570) influenza largamente l’opera del maggiore scultore in bronzo del Cinquecento veneto, Alessandro Vittoria (1525-1608), caratterizzata da un’intensa vitalità dei gesti e dei volti, quasi a preludere la scultura barocca. Entrambi i maestri producono in prima persona numerosi piccoli bronzi figurativi sacri o profani. Le opere originali dei maestri vengono largamente replicate dalle loro botteghe, spesso con originali varianti. Qui è documentata proprio questa produzione “di bottega”. Invenzione attribuita a Vittoria è il Picchiotto con Nettuno e cavalli marini, la cui funzione era quella, originale e tipicamente veneziana, di battente per portone di palazzo. Singolare è la specializzazione di Nicolò Roccatagliata (1560 ca.-1636 ca.), genovese, sul tema del putto e dell’amorino, come nei due piccoli gruppi che qui rappresentano la popolare gara veneziana delle “Forze d’Ercole”.

SALA 9 – De Barbari, Tiziano e l’arte della stampa xilografica: la rivoluzione dell’immagine moltiplicata
Dalla fine del Quattrocento Venezia è la capitale europea dell’arte tipografica e dell’editoria: libri spesso arricchiti da figurazioni a incisione. Proprio a due capolavori assoluti dell’incisione rinascimentale su matrice lignea (xilografia) è dedicata questa sala. Celeberrima è la Veduta di Venezia a volo d’uccello di Jacopo de’ Barbari (1470?- ante 1516) datata MD, ossia 1500. Assieme alle straordinarie matrici originali in legno di pero è qui esposto il primo ‘stato’ dell’incisione, in cui il campanile di San Marco, danneggiato nel 1489 da un fulmine, ha ancora una copertura provvisoria in tegole. Stampata dal mercante tedesco Anton Kolb e messa in vendita dopo tre anni di lavoro, essa riscuote immediato successo e lunga fortuna. Anche il più grande artista Veneziano del Cinquecento, Tiziano Vecellio (1495 ca. – 1576) si cimenta nella xilografia in grandi dimensioni, impaginando su ben 12 blocchi-matrice, La sommersione del Faraone nel Mar Rosso, la cui esecuzione è databile al 1515 ca.

Per approfondimenti sulla Veduta di Venezia a volo d’uccello del de’ Barbari
consulta le pagine dedicate alla grande mostra del 1999  ” A VOLO D’UCCELLO. Jacopo de’ Barberi e le rappresentazioni di città” >

e scopri i particolari della Veduta su Google Arts and Culture >